Promènade au couché du soleil

un po' di francesismo.....

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  1. Lovemanga
     
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    La giornata stava volgendo al termine. ll sole ormai stanco stava tramontando, ma lentamente, come se qualcosa lo trattenesse sulla scena del giorno, come uno spettatore annoiata da una commedia, ma che slandrato sulla sua poltrona continua a buttare un occhio sulla scena come se si aspettasse ancora qualcosa dagli attori.
    L'atmosfera era piacevole, l'aria del giorno era stata cosî calda da fiaccare i poveri umani con la sua calura ed adesso che si faceva più mite sembrava invitare gli esseri viventi ad un clima disteso e placido, a metà fra l'annoiato e il nostalgico.

    In quell'ambiente lo stregone Majikamu, passeggiava lentamente in prossimità del bosco di Menomaru, era stata una giornata lunga per il sacerdote di Yonshi. Aveva fatto visita ad un paio di conoscenti delle stirpe dei lupi, amici di vecchia data, nemici-amici di vecchie storie d'amore complicate che aveva dovuto sbrogliare tempo addietro.
    Pur non essendo esposto al passare degli anni lo stregone si sentiva a volte come caricato dal peso delle sue esperienze, i ricordi che a volte tornavano a galla gli curvavano la schiena e lo facevano camminare con un'andatura molto più lenta. Non è che si sentisse vecchio, ma da buon simulatore-attore gli piaceva fingerlo a volte, da buon attore consumato per il quale tra teatro e mondo reale non trova più differenza.

    Eh, si. bei tempi quelli, il mondo sembrava girare in un altro asse, certo che il vecchio Chōrō ne ha passate in questi anni a causa della nipote. Quell'Ayame, ha veramente i grilli per la testa, anche se la vera colpa è del suo promesso...

    un nome che non volle neanche pronunciare col pensiero, visto i guai che gli aveva e che gli causava il capo del clan dei demoni lupi Yoro

    Povero padre, come lo capisco! Il suo manto negli anni ha perso colore, ma al posto di ingrigirsi si è come argentato. Gli anni passano per tutti, meno che me...

    il pensiero della sua longevità a volte forzata, lo fece sospirare, non portava sempre dei benefici. Si senti improvvisamente stanco e decise di sedersi sopra d un masso. Estrasse fuori dal suo mantello la pipa, non è che gli piacesse fumare e poi il fumo che inalava come entrava usciva dal suo corpo a causa dei suoi poteri, ma lo divertiva creare delle figure mentre rifletteva. Poi prese due pietre focaie e con esse accese le foglie di thé che c'erano dentro, bruciando produssero odore particolare che conteneva sia quello del fumo che il sapore dei fiori di ciliegio. Il fumo usciva dalla sua bocca come se fosse un serpente se si attorcigliava attorno al suo corpo per poi strisciare via nell'erba per poi qualche metro dopo disperdersi nell'aria.

    Li rimase ad ascoltare gli ultimi raggi del giorno che stava morendo, mentre per lui neanche un secondo stava perdendo
     
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17 replies since 4/7/2012, 12:12   236 views
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