Più vicini al Potere

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    Aizen Sosuke



    Era così tanto selvaggio quel luogo.
    Nel poco tempo che Aizen aveva passato in quelle nuove terre gli incontri interessanti erano praticamente nulli. Già trovare esseri con una mente abbastanza evoluta da permetter loro di parlare era un'impresa, la maggior parte delle strane creature del luogo erano esseri deformi che grugnivano e ruggivano sbudellando senza senso tutte le altre creature inette che gli capitavano sotto tiro. Solo dopo aver disintegrato una decina di mostruosità il Capitano si rese conto che per trovare qualcuno in grado di poter soddisfare le sue richieste avrebbe dovuto faticare.
    Nessuno... nessuno che abbia il controllo sulla propria mente
    Forse era anche un po' colpa del suo vagare senza meta, ma spesso per trovare qualcosa dall'ubicazione ignota la miglior cosa da fare e non fare niente di specifico per trovarla. Ciò lo aveva portato alla riva di un piccolo fiume, immerso nella sconfinata natura come la maggior parte delle cose in quella zona. Ne approfittò per sedersi sull'erba fresca poco distante dalla riva, a gambe incrociate, mentre calmava la mente un po' spossata dopo i vari fastidi viventi.
     
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  2. _Kagura_
     
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    Henshin

    Dove diamine era quello stregone quando lo cercava? Aveva capito ben poco delle reali intenzioni di Anducar, ma ciò che lui aveva dato per inteso era che sarebbe stato presente quando lei avesse avuto bisogno di lui per trovare chi desiderava. Invece quel veggente sembrava molto più difficile da scovare di quanto la mutaforma potesse immaginare. Quando aveva congedato Stark, era perchè era convinta di poterne fare a meno nella sua ricerca, ma ora il dubbio di aver sopravvalutato le proprie capcità si presentava. Ciò che lei doveva cercare era un tizio che fosse in grado di utilizzare la propria aura a scopo offensivo, ma che avesse anche una grande potenza in questa, così almeno le era stato detto da Stark. Il problema era che lei di aure non ne capiva nulla, non era in grado di riconoscerne la potenza nè di individuarle, a meno che non fossero davvero evidenti. In un certo senso era un aiuto: qualsiasi aura che lei non avesse percepito, semplicemente era troppo debole per lo scopo. C'era però da dire che difficilmente avrebbe potuto distinguere poi una potenza straordinaria da una elevata. Tutto sommato però, si disse, purchè fosse elevata andava bene. C'era infatti un altro aspetto ad aiutarla nella ricerca: il carattere. Ciò che avrebbe dovuto fare appena avesse trovato un potenziale sostituto di Hibiki, era verificarne la psicologia.
    Dopo aver vagato nei luoghi più disparati senza aver trovato nulla di adatto, Henshin era quindi giunta in prossimità di un corso d'acqua, dove aveva intenzione di dissetarsi.
    A tal scopo la demone aveva assunto i panni di un cervo dall'imponente impalcatura. Era identica a qualsiasi altro animale di quella razza, tranne che per gli occhi totalmente gialli e luminescenti, quegli occhi che le donavano una percezione visiva del mondo al di là dell'immaginazione di qualsiasi essere umano e di molti demoni. Galoppava a balzi in mezzo al bosco, accanto alla riva, quando percepì qualcosa. Non le era chiaro da dove venisse, nè a cosa potesse corrispondere, ma forse era il segnale giusto, quello che le diceva di aver trovato un'altra creatura da esaminare.
    Si fermò di colpo, le orecchie ritte in testa, il collo alto che si muoveva a scatti, ora a sinistra per osservare bene, ora a destra. Lentamente avanzò verso il bordo del bosco, dove la vegetazione si diradava per lasciare spazio all'erba soffice in prossimità dei margini del fiume. Da lì potè vedere in lontanaza, sul versante opposto al suo, un umaniode vestito di bianco, con abiti che non appartenevano al Sengoku. Era seduto, rilassato all'apparenza e sembrava non essersi per nulla accorto di lei. D'altronde la sua aura era troppo infima per essere percepita diversa da quella di un demone minore e fastidioso come quelli che lui aveva già incontrato. Lentamente uscì allo scoperto, avvicinandosi a passi lenti e misurati al greto del fiume, sempre tenendo d'occhio l'individuo.
    Inizialmente aveva intenzione di abbeverarsi, e di controllare come avrebbe reagito lui nel vedere quel cervo dagli occhi sulfurei.
     
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    Aizen Sosuke



    Mentre sedeva Aizen pensava e ripensava, era molto bravo in quello ed era soprattutto grazie a ciò che vinceva sui suoi avversari. Era difficile però poter destreggiarsi con le parole quando non si aveva incontrato nessuno con cui dialogare e, soprattutto, da cui prendere informazioni.
    Mentre si rilassava avvertiva in tutta la foresta attorno a sé un insieme di forze insignificanti, che solo se unite fra loro potevano destare un minimo interesse nell'ex Capitano. Ne avvertì alcune che spiccavano, relativamente alle altre, ma non era comunque sufficiente da far spostare Aizen dalla sua attuale posizione. Lo sguardo era rivolto al ruscello, in particolare nel punto dove l'acqua aveva un piccolo dislivello per via di una roccia, creando una mini cascata.
    Bene o male tutti quanti i demoni, o mezzi-demoni, si tenevano a distanza da Aizen, forse perché avvertivano la sua aura o forse per puro caso, eppure a un tratto c'era un Reiatsu (energia) che era più "audace" degli altri e si avvicinava, anche se lentamente, sempre di più allo Shinigami. La zona di "all'erta" consisteva in un perimetro di circa 10 metri che non aveva grossi problemi a tracciare e se qualcuno, o qualcosa, avrebbe attraversato questa zona Aizen avrebbe dovuto occuparsene. Alle spalle oltrepassò il limite quella che sembrava l'aura di un altro demone insulso, così con svogliatezza il Capitano si alzò e si girò, trovando però al posto di quella che si aspettava una creatura deforme un semplice cervo. Guardandolo meglio però c'era qualcosa che non lo convinceva in lui, difatti dopo poco si accorse che gli occhi dell'animale erano gialli e luminosi, completamente diversi da quelli di un normale cervo. L'animale continuò ad avanzare a piccoli e lenti passi, anche lui all'erta, come se volesse controllare le mosse di Aizen. Quello che era un semplice fastidio poteva trasformarsi in un qualcosa di più interessante, visto che più lo Shinigami passava il tempo a studiare l'animale più si rendeva conto che c'era qualcosa di strano in lui, che la sua aura somigliasse a quella dei tanti demoni minori.
     
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  4. _Kagura_
     
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    Henshin

    A circa 8m dall'individuo, uno stregone a dirsi dal suo aspetto, il tale si era voltato verso Henshin osservandola attentamente. Non aveva fatto nulla di strano, non sembrava voler attaccare o via discorrendo e di certo non era in cerca di nutrimento. Il cervo, giunto all'acqua abbassò il capo per abbeverarsi, anche se si notava come fosse sempre all'erta e pronto allo scatto. Se però non fosse successo nulla di strano, a quel punto l'animale avrebbe iniziato a perdere il pelo velocmente mentre il corpo si deformava, come in preda ad una fase di liquefazione, rimodellandosi nel corpo di una demone femmina dalla pelle blu e gli occhi sulfurei, che poi era il corpo di Henshin. Era ancora accucciata con una mano, a raccogliere l'acqua per portarsela alla bocca, quando la trasformazione fu ultimata in non più di 2 secondi: l'aveva rallentata l'istinto primordiale di rimare anonima, che litigava con la sua intenzione di incuriosire maggiormente il tipo, e di parlarci anche, per poterlo esaminare.
    Dopo essersi dissetata, Henshin si sedette in riva al fiume, restando a debita distanza, con l'acqua a separarle dal tale.
    Se ti dicessi che stai invadendo un territorio che non ti appartiene? disse, esprimendosi con voce metallica, un composto di più voci, come se avessero fatto un mix affrettato con pezzetti di vari file audio.
    Se quel tale era uno stregone non era per nulla intenzionata ad avere a che fare con lui, ma se la sua natura era differente forse avrebbe potuto rivelarsi la persona giusta per entrare nella biblioteca e di questo lei doveva accertarsi.
     
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    Aizen Sosuke



    Alla fine il motivo per cui l'animale si era spinto così tanto vicino sembrava essere per bere, difatti il cervo, sempre con passo lento e circospetto, avanzò verso il fiume e chinò il capo per godere della fresca acqua.
    Aizen non ebbe però il tempo di disinteressarsi che accadde qualcosa di strano. Il pelo dell'animale iniziò a staccarsi dalla pelle e a precipitare a terra seguito da brandelli di carne. Il cervo tuttavia non sembrò provare apparente dolore, neppure quando il suo corpo cominciò a deformarsi e a sciogliersi per acquistare poi una nuova forma. Il colore marrone chiaro dell'animale sparì per lasciare posto a un blu che non era tipico di nessun animale. Alla fine dell'apparente metamorfosi al posto del cervo apparì quella che sembrava una donna dalla pelle completamente blu. Tutto quanto era cambiato tranne gli occhi gialli, che erano rimasti uguali. Un essere in grado di cambiare forma, dal punto di vista di Aizen, che aveva sì un potere affascinante ma poteva benissimo essere una creatura come le altre con un intelletto pari a quello di un dugongo spiaggiato.
    A far cambiare idea e ad interessare il Capitano furono le parole che uscirono dalla bocca dell'essere, che avevano un suono non umano simile a quello di una voce di un cd squagliato. Anzi, più voci.
    Ti chiederei perché ti aggiri sotto mentite spoglie in un territorio che non sembra appartenere neppure a te
    Rispose semplicemente, anche se abbastanza interessato. Era il primo demone (ormai aveva la certezza della sua natura) in grado di intendere e di volere, nonostante la propria ridicola aura che lo paragonava a una creatura insulsa.
     
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  6. _Kagura_
     
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    Henshin

    Quello che Henshin aveva catalogato provvisoriamente come stregone, non fece nessuna strana mossa nell'assitere alla sua metamorfosi ed anzi si dimostrò essere ponderato e vago nelle sua risposta. Rispondeva ad una domanda con un'altra domanda, decisamente elusivo. Per il momento aveva guadagnato un punto a suo favore in quella che era la tabella di valutazione, ma quello era ancora l'inizio di quella che si prospettava poter essere una lunga contesa verbale. A dire il vero Henshin si augurava di risolvere tutto velocemente: odiava perdere tempo.
    Perchè posso. fu la secca risposta di Henshin a quella domanda non del tutto espressa. Non avrebbe potuto essere più chiara. Avrebbe anche potuto assertire con un "perchè no?" e avrebbe ottenuto lo stesso risultato.
    Al contrario tu sembri non curarti della circospezione. Sei piuttosto appariscente, anche troppo per sopravvivere a lungo da queste parti.
    Capiva che quel tipo aveva un'aura forte, ma non sarebbe mai stata in grado di capirne la potenza senza vederlo all'opera. La cosa più logica sarebbe stato attaccarlo, per poter così metterlo alla prova, ma avrebbe preferito evitare di rischiare la pelle se c'era un modo più sicuro per avere ciò che voleva.
    Se era uno stregone non c'era motivo per stupirsi del suo abbigliamento, ma altrimenti ci sarebbero state domande da fargli. Per priam cosa doveva capire quello, era uno stregone o no?
    Gli stregoni che abitano da queste parti troverebbero appetitoso uno come te, ed i demoni al contrario ti troverebbero una presenza offensiva, chiamandoti stregone a loro volta. Io non ho motivo di lamentarmi, ma desidero sapere chi mi sto inimicando non uccidendoti. la domanda era evidente, ma posta in tal modo le aveva dato modo di inserirsi in un contesto neutrale, distante dagli interessi prettamente prevaricatori di due fazioni differenti. In parole povere Henshin si era appena dichiarata dinsintenzionata dall'opporgli un contrasto, ma desiderava avere le garanzie che non se ne sarebbe pentita in futuro. Ciò era in linea con il suo atteggiamento schivo e guardigno, di chi sta agli angoli e prende solo in mano le occasioni migliori.
    Se solo tutto fosse andato nel modo giusto però, quella sarebbe stata un'occasione sia per Aizen che per la mutaforma.
    Difficile dire se tutto si sarebbe risolto a parole, ma per il momento tutto era tranquillo.
     
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    Aizen Sosuke



    Più la grande puffa parlava più Aizen capiva che quella che aveva davanti era più di una semplice creatura capace di intendere e di volere, ma aveva un cervello ben pensante che la rendeva decisamente superiore alla maggior parte della spazzatura che si era presentata fino a quel momento.
    Lo faccio perché posso.
    Fu la risposta, appositamente uguale a quella della creatura, all'aggettivo "appariscente". Col tempo scopriva sempre più sfaccettature del carattere di chi aveva di fronte, anche se in linea generale si poteva definire con una sola parola: schiva. Già solo il fatto di aggirarsi per la foresta con l'aspetto di un animale faceva intendere un carattere diffidente e circospetto. Aveva intuito inoltre che il luogo nel quale si trovava poteva essere pericoloso e con molte insidie, ma questo già aveva potuto sperimentarlo quando orde di schifosi esseri cercavano di mangiare il Capitano. Questo tipo di atteggiamento però faceva pensare anche ad un'altra cosa, ossia che se la Mutaforma era andata allo scoperto doveva avere un motivo preciso e importante per abbandonare i tratti del suo carattere diffidente.
    Devo dedurre quindi che tu non faccia parte né dell'una né dell'altra categoria se non mi trovi né appetitoso né offensivo. Se non mi hai ancora ucciso, come pensi di poter fare, e non mi hai semplicemente aggirato sotto il tuo aspetto da animale vuol dire che ti sei presentata a me con un'intenzione ben precisa. Dunque, rivelati.
    Le parole della creatura erano piene di informazioni che permettevano ad Aizen di scoprire di più sul luogo e su di lei, in particolare su di lei. Non era preoccupato della sua presenza al momento, come aveva fatto intendere lei non voleva ingaggiare battaglia e questo poteva significare anche un eventuale scarso potenziale da combattimento. Inoltre la frase "come pensi di poter fare" era mirata a far intendere chiaramente alla Mutaforma che non poteva competere con lo Shinigami.
    In nessun campo, né fisico che mentale.

    CITAZIONE
    Carismatico: Il pg risulta essere bravo nel dialogare e molto abile con le parole, in virtù di ciò risulta essere più convincente e sincero anche verso le persone che normalmente sono diffidenti. Questa capacità per avere effetto deve comunque risultare convincente ciò che si scrive e la reazione del pg dipende dal suo carattere.

     
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  8. _Kagura_
     
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    Henshin

    Pareva che la demone fosse stata in grado di guadagnarsi l'interesse di quell'individuo, ciò che era sufficiente affinchè, quelle che sarebbe presto divenute chiaramente trattative, proseguissero in tranquillità.
    Ma troppe cose erano ancora traballanti per poter veramente "rivelarsi" come pretendeva gratuitamente in tale. Tanto per iniziare le informazioni esplicite erano offerte solo da una parte, mentre l'altra, proprio quella che accusava di diffidenza, era la prima a non cedere terreno. Se egli non avesse trasmesso per qualche ragione, una personalità di spicco, assieme alle proprie parole, risultando credibile, difficilmente l'avrebbe avuta vinta. In quel caso però Henshin non aveva comunque intenzione di attaccare: il fatto che si fosse convinta che quel tipo potesse essere pericoloso e che ucciderlo avrebbe potuto non essere così semplice (in realtà nulla di più errato) era solo una spinta in più a non cambiare idea.
    Deduzione errata. lo liquidò con due parole: non aveva intenzione di permettergli di credere di possedere un margine di sopravvivenza troppo vicino al 100%. In fondo anche se Aizen poteva aver convinto la demone di essere a lei superiore, questo non voleva dire che lei avrebbe reso evidente ciò: non era nata ieri e di contrattazioni ne faceva da secoli. La prima regole è non scoprirsi mai, e beh, lei in quella era piuttosto brava.
    Continuerai ancora a lungo a rispondere a domande con altre domande? Piuttosto elusivo, per essere uno che può permettersi altre appariscenze. lo punzecchio, rifacendosi alla stessa ripresa di frase che lui aveva usato contro di lei.
    Giusto per essere certa che non sviasse di nuovo con altri commenti, ripropose ciò che lei voleva sapere da lui, per prima cosa.
    Allora, a chi faccio torto? domandò, riferendosi ovviamente a demoni e stregoni.
     
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    Aizen Sosuke



    Quella conversazione sarebbe potuta andare avanti per ore e ore. Nessuno dei due aveva intenzione di rivelarsi per primo, entrambi miravano a raggirare e a spingere l'altro a "presentarsi", come fanno due avvocati che cercano contraddizioni l'uno nell'altro e aspettano l'errore del proprio avversario. Era chiaro che la creatura blu preferisse la battaglia verbale a quella fisica e le sue risposte mostravano un'esperienza che non si guadagna da un giorno all'altro. No, la Mutaforma era decisamente esperta nel suo campo. Dalle sue parole si capiva che la sua priorità era scoprire non quanto chi fosse Aizen, ma cosa. In base a questo poi chissà, si sarebbe mossa in modo diverso. In ogni caso se non fosse riuscita a scoprire ciò non si sarebbe mai rivelata allo Shinigami e questa poteva significare un'occasione persa non solo per la Mutaforma, ma anche per il Capitano di scoprire qualcosa di interessante. Occorreva cedere, anche solo per una volta, per poter avanzare.
    A qualcuno che da queste parti credo chiamiate Demone.
    Una risposta semplice, ma che rivelava parecchie informazioni. Anzitutto ella avrebbe capito la natura di Aizen, cosa primaria, e poi poteva facilmente intuire che il Dio della Morte era nuovo del Sengoku. Forse ciò sarebbe bastato alla creatura blu, la sua natura di Shinigami poteva benissimo essere tralasciata, in quel momento la distinzione da fare era tra Demone e Stregone.
     
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  10. _Kagura_
     
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    Henshin

    L'individuo aveva cambiato il senso della domanda, rispondendo direttamente con ciò che Henshin voleva sapere e risparmiandole quindi un passaggio logico, ma l'importante era il risultato. E questo era chiaro: demone.
    Meglio così. si ritrovò a pensare, anche se il suo volto era sempre una maschera di neutralità. Henshin odiava gli stregoni, odiava doverci avere a che fare e ancora di più il dover in qualche modo dipendere dal loro contributo. Il motivo era chiaro, in fondo lei era l'homunculus di uno di questi e sapeva bene come la pensavano. I demoni non erano altrettando spregevoli, loro facevano il proprio bene a scapito d'altri, per la la maggior parte, ma non erano così elaborati da creare una fitta rete di imbrogli e patti, così come facevano gli stregoni. Loro mentivano, ingannavano ed usavano... un po' come lei. E come poter considerare di buon occhio un nemico tanto letale quanto sè stessi? Impossibile.
    Questo che diceva d'essere un demone e ne parlava come se lui fosse un estraneo di tempo o di luogo, era lontano da ciò che i contadini del sengoku chiamavano demone. In verità aveva l'aspetto completamente umano e se non fosse stata per la forte aura nessuno l'avrebbe riconosciuto come un membro di un'altra razza.
    Da dove veniva non le interessava molto: qualsiasi luogo fosse era comunque ottimo, perchè il fatto che non conoscesse quelle terre la poneva in vantaggio.
    Bene, sei fortunato. Ora che siamo pari, veniamo alla tua domanda. Sì, non mi sono scomodata solo per fare due chiacchere. Se continuerai a rispondere bene, potresti ottenere un grande potere. Potremmo guadagnare entrambi. aggiunse a quel punto. Era il caso di smuovere un po' la conversazione, o ci avrebbero messo tutta la vita e la sua era una corsa contro Vile.
    Il problema a quel punto era come fare a sincerarsi che lui avesse le doti giuste per rendersi utile.
    Non sono molti da queste parti quelli come te, e tuttavia non sono convinta che tu sia forte come pretendi di essere.
    Che tipo di prova avrebbe potuto garantirle la sua potenza? Avrebbe dovuto chiedergli esplicitamente di mostrargli il suo colpo migliore, cosa a cui difficilmente si sarebbe prestato, a meno che non gli promettesse subito la manna.
    C'è un posto qui, che sia demoni che stregoni vorrebbero visitare, un posto che contiene grandi conoscenze e manufatti magici. Solo quattro persone insieme possono entrarvi. lasciò in sospeso per vedere cosa avrebbe detto lui, se fosse interessato o meno.
     
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9 replies since 16/9/2012, 19:30   116 views
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